Nel precedente articolo abbiamo parlato di come l’era digitale abbia modificato non solo le nostre abitudini di vita ma gli spazi delle abitazioni.
Infatti, la possibilità per molte categorie di lavoratori di svolgere parte delle loro mansioni stando a casa porterà aziende e design a ripensare agli arredi in maniera più flessibile, personale e in qualche modo tecnica.
Il modo in cui si creano gli spazi di lavoro anche a casa sarà drasticamente diverso rispetto al pre-pandemia. Ecco perché i designer e le aziende leader del settore dovranno essere molto consapevoli sulle nuove regole della casa e allo stesso tempo più premurose su come migliorare la vita delle persone negli spazi in cui vivono.
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Come gli arredi vengono inseriti nelle nostre case
Quando parliamo di arredi di spazi non dobbiamo dimenticare anche quelli esterni, accessori alle nostre abitazioni, come i balconi che per quanto piccoli, possono diventare uno spazio di sfogo importante per tutti i componenti della famiglia, anche per chi lavora e riesce a concentrarsi al pc sotto il sole.
Come già raccontato, nel periodo del lockdown ho visto molte persone allestire sul proprio balcone una zona relax; anche io ho fatto l’esperimento in compagnia di un buon libro e un po’ di quiete ed è stata una scoperta.
Ikea ad esempio propone arredi per balconi a meno di 100 euro; anche il giardino arriva a essere un luogo di smart working. Sì, perché anche lo spazio verde si trasforma in un vero e proprio ambiente living (grazie anche alla stagione calda).
Il nostro spazio domestico è improvvisamente inadeguato e i modelli di open space, di spazi a pianta libera, che negli ultimi anni hanno privilegiato la zona living con le varie ristrutturazioni a scapito di quella più privata, sono messi in discussione.
E la necessità di un maggior spazio personale fa riscoprire anche il piacere di lavorare circondati dagli elementi naturali. Pare proprio che piante, fiori e arbusti aiutino la concentrazione e stimolino la creatività e l’energia.
Workstation multifunzionali
Progettisti che hanno davvero anticipato i tempi sono ad esempio quelli dello Studio Klass con un progetto del 2019 per UniFor con il loro piano regolabile; si tratta di una “workstation multifunzionale», spiegano Marco Maturo e Alessio Roscini. “Un piccolo ufficio su ruote”.
Quello che consigliano è di evitare oggetti freddi con gli arredi che possano adattarsi all’ambiente domestico, meglio quindi puntare su sistemi leggeri che dividono ma non separano e che possono essere utilizzati anche in altre stanze.
Patricia Urquiola, una designer che amo davvero moltissimo sostiene la necessità di un design human-centered, che metta al centro la persona, le sue relazioni e i suoi comportamenti.
La sua workstation classica è una metafora della nostra nuova quotidianità in cui dice “noi, piccoli navigatori domestici, dobbiamo buttarci coraggiosi nel mondo dalle nostre neo-postazioni improvvisate”.
Alcuni hanno immaginato invece una sorta di “bozzolo” trasparente, traspirante e apribile dai lati, per isolarsi e attutire il rumore della casa. All’interno di questa barriera sonora si può ricavare un ambiente per le videochiamate senza disturbare o essere disturbati.
Rivoluzione digitale
Altre scommettono sul verde, ipotizzando una grande pianta che funga da schermo per creare un angolo riparato e al centro un grande tavolo conviviale da condividere con i figli e la famiglia.
Il punto è, che senza rendercene conto, la rivoluzione digitale iniziata 20 anni fa ci ha preparato a questa situazione: studiare a distanza, fare acquisti, guardare qualsiasi cosa e parlare con chiunque, tutto comodamente da casa, in una situazione di apparente immobilità, perché nella realtà dei fatti tutto questo comporta movimento, – noi siamo ossessionati dal movimento – ma senza rendercene conto, perché lo stiamo facendo in modo diverso, non a piedi, non a cavallo, non in macchina o in treno ma ad una velocità che nessuno dei mezzi sopra citati ci permetteva; lo facciamo “in groppa” a internet e lo facciamo stando seduti.
Conclusioni
In questo periodo, sto leggo un libro di Alessandro Baricco “The Game”, e l’autore descrive l’era digitale come un epoca caratterizzata, tra le altre cose, da una postura che noi umani abbiamo adottato e che definisce “uomo-tasti-schermo”.
Noi siamo un’umanità aumentata grazie al supporto fornito dalla tecnologia, e non siamo più costretti a muoverci come sciami di api da casa a ufficio e viceversa. Le nostre postazioni possono essere ovunque e la casa può essere una di queste.
17 LUGLIO 2020
Arch. Elena Caligara